Blog Layout

Come e perché la mente influenza il corpo
La mente influenza il corpo

Dopo aver considerato la malattia sotto diversi aspetti (vedi gli articoli precedenti La Malattia: Che cos'è, Le origini della Malattia, Le cause dei Sintomi e Il caso non esiste), vediamo ora in che modo si inscrivono nella nostra mente i pensieri, quello che sappiamo, crediamo e desideriamo e come questi, influenzando la nostra vita, contribuiscono allo stato di salute o di malattia.



Una mente vergine


L'uomo quando nasce è un essere inerme e indifeso. Per poter sopravvivere ha bisogno di genitori o comunque di figure che possano prendersi cura di lui per diversi anni, grazie alle quali possa apprendere come controllare l'ambiente intorno a lui e possa così sopravvivere.

Per poter apprendere è fondamentale avere l'umiltà di sapere di non sapere: quando si è bambini è più semplice ma, quando si è adulti?


Se si resta inflessibili nelle proprie convinzioni non si potrà mai migliorare, poiché non si permetterà a nuove informazioni di essere integrate nel proprio processo di crescita.

Ogni esperienza è portatrice di importanti informazioni ma, dobbiamo permetterle di integrarsi con tutte le altre di cui già disponiamo, solo così potremo arricchirci.

Capita che ciò che crediamo si radica in maniera così forte in noi, da rappresentare un grande ostacolo affinché avvenga l'apprendimento di nuove idee.


Le nuove idee potrebbero minare le nostre convinzioni, nelle quali ormai ci sentiamo al sicuro, comodi. Abbiamo paura.

E' normale: un viaggio per luoghi sconosciuti può incutere timore ma, quanta esperienza è in grado di apportare?

Profumi, suoni, lingue, panorami, rapporti sociali. Quando si ritorna da un viaggio si è sempre più ricchi, se si è in grado di affrontare adeguatamente il nuovo, cioè se lo si sa accogliere.


La psicologia finora ha individuato quattro forme di apprendimento:

  1. il condizionamento classico (o pavloniano)
  2. il condizionamento strumentale
  3. l'apprendimento osservativo (o per imitazione)
  4. l'apprendimento attraverso l'elaborazione delle informazioni
Mente, corpo e malattia
Il condizionamento classico


Pavlov fu un importante fisiologo russo, vincitore nel 1904 di un premio Nobel per le sue ricerche sul sistema digestivo.

Egli aveva notato come, mettendo del cibo nella bocca di un cane, si producesse un immediato aumento della salivazione.

La relazione tra uno stimolo (il cibo) e una risposta (salivazione) è la conseguenza di un riflesso automatico (cioè non appreso) inscritto geneticamente nel sistema nervoso dell'animale.


L'esperimento che lo rese famoso consistette nel suonare una campanella e dopo poco tempo presentare il cibo al cane.

Inizialmente la reazione alla campanella non era rilevante per la comparsa della salivazione: il cane semplicemente mostrava di aver udito un suono improvviso.

Dopo alcune prove, si è notato che il cane iniziava a salivare alla sola presentazione dello stimolo della campanella, senza la necessaria presentazione del cibo.

Il cane era stato condizionato, cioè aveva imparato a reagire ad uno stimolo neutro (la campanella) che prima del condizionamento non aveva nulla a che vedere col cibo.


Attraverso lo stesso meccanismo, anche l'uomo può imparare a desiderare o ad avere paura di qualcosa.

E' soprattutto attraverso questa forma di apprendimento inconscio che impariamo ad amare o ad odiare qualcuno o qualcosa.


Ad esempio una bambina a scuola, durante una interrogazione, si trova in piedi davanti alla maestra. L'interrogazione non sta andando bene e la maestra adirata, tra i vari rimproveri che rivolge all'alunna, le sottolinea che ha le gambe storte. Tutto questo accade davanti ai compagni che stanno osservando la scena.

Nella mente della bambina è probabile che si inizi a creare un senso di inadeguatezza che indirizzerà tutte le sue scelte future.

Potrà per esempio fare di tutto per avere un corpo perfetto, con allenamenti estenuanti o infiniti trattamenti estetici. Oppure vorrà avere molti amanti, poiché alla ricerca continua di conferme sull'apprezzamento da parte degli altri: conferme che non le basteranno mai.

Ovviamente ci saranno altri eventi futuri che creeranno ulteriori condizionamenti e plasmeranno la personalità ma, intanto questo primo evento inizia a promuovere un certo modo di vedere e vivere la vita che influisce anche su quali altre scelte si presenteranno in futuro.


La cosa positiva è che anche noi possiamo volontariamente decidere di autocondizionarci, associando eventi dolorosi o piacevoli ai nostri comportamenti desiderati nel modo più rispondente alla nostra reale volontà.

E' un processo che costa fatica, poiché deve essere cosciente, quindi richiede una certa dose di attenzione ma, solo così si può uscire da un ciclo di abitudini per noi errate ed essere veri protagonisti della propria vita.

Mente, corpo e malattia
Il condizionamento strumentale


Il condizionamento classico venne ripreso da Thorndike (1911) e successivamente da Skinner (1938).

Thorndike aveva iniziato ad analizzare l'apprendimento per prove ed errori.

Egli aveva posto un gatto affamato in una gabbia costruita in modo da creare problemi al gatto per uscire. Al di fuori della gabbia era posto in maniera ben visibile del cibo.

Il gatto inizialmente compiva dei movimenti, senza un apparente scopo, producendo sia risposte giuste che errate.

La risposta giusta consisteva nel premere una leva o tirare una corda per permettere l'apertura della gabbia.

Thorndike rilevò che le risposte corrette tendevano ad essere ripetute mentre quelle erronee erano presto abbandonate. Il tempo di soluzione del problema andava inoltre diminuendo ad ogni prova.

Elaborò dunque una legge dell'effetto secondo la quale una risposta è più suscettibile di essere prodotta se provoca soddisfazione all'organismo e di essere abbandonata se produce dolore o frustrazione.


Skinner aveva anche notato che per favorire i comportamenti corretti volti ad aprire la gabbia (in questo caso si tratta di abilità innate), poteva incentivare il gatto secondo i principi del modello del condizionamento classico di Pavlov, ad esempio dandogli del cibo ogni volta che questi si trovava vicino alla leva da azionare.

Skinner chiamò questa tecnica “modellaggio”.


La legge dell'effetto nell'uomo è facile da individuare quando le conseguenze di un comportamento sono vicine nel tempo, mentre è molto più difficile associare delle conseguenze a dei comportamenti perpetrati diverso tempo addietro.

Questo è ciò che spesso accade con le nostre gioie, i colpi di fortuna ma, anche con le disgrazie e le malattie.


Come nel caso del condizionamento classico, anche secondo questo schema è possibile per l'uomo essere soggetto protagonista del suo condizionamento.

Quando si vive un'esperienza, la si etichetta come piacevole, desiderabile, oppure spiacevole, indesiderabile.

Queste etichette condurranno l'uomo attraverso altre esperienze nelle quali saranno rievocati questi programmi automatizzati che daranno risposte più rapide rispetto alle esperienze passate.

E' necessario però essere certi che tali etichette siano state assegnate da noi e non da circostanze o persone sbagliate; si deve imparare ad associare le parole, i pensieri e le emozioni alla salute o alla malattia del corpo.


Corpo sano, in mente sana.

Apprendimento per imitazione
L'apprendimento osservativo


Successivamente agli altri autori, Albert Bandura (1961) si rese conto che non si impara soltanto in base al meccanismo del premio e della punizione, come sostenuto nei modelli precedenti, bensì anche tramite l'osservazione, cioè un'esperienza indiretta, che porta ad imitare, oppure ad evitare, il comportamento degli altri.


Un suo famoso esperimento aveva provato che il comportamento aggressivo dei bambini poteva essere appreso per imitazione.

Bandura formò tre gruppi di bambini in età prescolare.


  • Nel primo gruppo inserì uno dei suoi collaboratori che si mostrò aggressivo nei confronti di un pupazzo gonfiabile. L'adulto picchiava il pupazzo con un martello gridando: «Picchialo sul naso!» e «Pum pum!».
  • Nel secondo gruppo, quello di confronto, un altro collaboratore giocava con le costruzioni di legno senza manifestare alcun tipo di aggressività né interesse nei confronti di Bobo.
  • Il terzo gruppo, quello di controllo, era formato da bambini che giocavano da soli e liberamente, senza alcun adulto con funzione di modello.

In una fase successiva i bambini venivano condotti in una stanza nella quale vi erano giochi neutri (peluche, modellini di camion) e giochi aggressivi (fucili, martelli finti).

Bandura poté verificare che i bambini che avevano osservato l'adulto picchiare Bobo, manifestavano un'incidenza maggiore di comportamenti aggressivi sia verso persone che verso oggetti, sia rispetto a quelli che avevano visto il modello pacifico sia rispetto a quelli che avevano giocato da soli.

Gli esperimenti sono stati riprodotti successivamente rilevando gli stessi risultati anche negli adolescenti, sia maschi che femmine, in soggetti con indole aggressiva o no, anche l'appartenenza etnica è risultata ininfluente (fonte: Wikipedia)


Diventa così molto importante l'ambiente, le persone che si frequentano ma, anche i libri, i film e la musica che si scelgono.

Ognuno di questi elementi porta un'informazione ed è bene capirne l'importanza.

Apprendimento elaborazione dell'informazione
L'apprendimento attraverso l'elaborazione dell'informazione


Con l'avvento dei computer gli psicologi avevano a disposizione un nuovo elemento per metaforizzare il funzionamento del processo di apprendimento nell'uomo.

Con i precedenti modelli non era possibile spiegare alcune dinamiche, poiché si è riscontrato come non sia possibile trasmettere tutte le informazioni di cui disponiamo.


Secondo questo modello, una parte dell'apprendimento è il frutto dell'elaborazione delle informazioni e delle emozioni, sia consapevole che inconscia.

Ci sono delle verità che sono comunicabili solo in parte (ad esempio trasmettere quali caratteristiche abbia un particolare odore o un'emozione) e per comprenderle si deve passare attraverso il processo della elaborazione.


Questa funzionalità consente successivamente di rispondere a stimoli simili a quelli che si sono già memorizzati ed elaborati e che si presenteranno nel futuro ma, anche di differenziare stimoli apparentemente simili ma differenti, comportando una risposta diversa e ritenuta perciò più adeguata.


Questa elaborazione informatica si attua utilizzando analogie e semplificazioni per rendere più agevole il processo. Queste relazioni sono per ognuno uniche: ogni uomo cerca di dare un ordine al mondo, di dare significato alle esperienze e poter così elaborare delle risposte.


Per poter ottenere risultati positivi in questa che finora sembra la forma di apprendimento più evoluta per l'uomo, è necessario dedicare tempo alla riflessione. Chi non trova mai il tempo per riflettere non ha la possibilità di essere pienamente sé stesso e di comprendere appieno  il valore della vita.


Una riflessione pura, sincera, calma, autentica, lontana da fonti di distrazione continue (e nel nostro tempo ce ne sono molte) quali smartphone, social network, videogiochi, programmi televisivi di (dubbio) intrattenimento (cioè ormai la quasi totalità delle trasmissioni).

Share by: