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Malattia e Sintomi: che cosa li unisce?
Malattia e sintomi

Dopo aver esaminato (in modo inusuale) il significato di malattia (vedi qui La Malattia: Che cos'è) e quale possano essere le sue origini (vedi qui Le Origini della Malattia), vediamo ora come insorgono i suoi sintomi, che rivelano così all'uomo la sua presenza.



Cosa dice la medicina


La medicina ufficiale e buona parte di quella naturale (o almeno quella che adotta il medesimo sistema di ragionamento) sono alla ricerca spasmodica della causa dei sintomi delle diverse patologie.

Questo metodo di indagine è corretto, però incompleto.

Se per esempio la causa di una determinata infezione viene individuata in uno specifico virus, ci si può chiedere come mai in alcuni casi quel virus non abbia prodotto l'infezione. Si potrebbe dire che un sistema immunitario avesse una maggiore capacità difensiva rispetto ad altri e questo a sua volta porta a chiedersi come mai. Tale tipo di approccio potrebbe estendersi all'infinito.


In genere ci si sofferma in un determinato punto che viene assurto a causa originale.

Si usano spesso anche frasi fatte e concetti generali come: dipende "dall'età", "dalla genetica", "da debolezza organica", ecc..

E' davvero possibile ricondurre tutto ad una causa specifica del passato?

Malattia, sintomi, passato, futuro e presente
Cambio di prospettiva


La causalità richiede di partire dal presupposto che il tempo sia lineare, quindi deve esistere un "prima" e un "dopo".

Crediamo inoltre che il tempo percorra una sola direzione, dal passato verso il futuro. Nel momento presente però il passato e il futuro si incontrano e si rincorrono continuamente.


Questa importante considerazione ci rivela che noi viviamo sempre in funzione del passato e del futuro.

Il nostro agire e pensare si basa sia sulle nostre esperienze passate e sia su ciò che pensiamo di ottenere grazie ad esse.


Tornando quindi al discorso della medicina, si può comprendere meglio perché cercare la causa della malattia solo nel passato sia incompleto e sia soltanto uno dei due lati della medaglia.


Ogni manifestazione della vita dipende da passato e futuro, questo vale anche per la malattia.

Ogni sintomo cela nel suo profondo una intenzione. Se il metodo della medicina tradizionale è quello di eliminare le presunte cause per impedire che la malattia si manifesti, la malattia sarà in grado di trovare altre cause per potersi realizzare.

Significato dei sintomi
Cosa ci dice il sintomo


Se si interroga il sintomo in modo tale da capire il suo intimo significato, la risposta rivelerà l'informazione preziosa di cui esso si fa latore.

Il malato non è mai solo vittima ma, cosa molto importante, anche protagonista.

Egli può, attraverso il sintomo, comprendere quale aspetto della sua coscienza è carente e porre rimedio.


Non sono i batteri, i virus, le radiazioni a provocare la malattia (o meglio, non solo e non nei termini nei quali si è soliti ragionare) ma, è l'uomo che li utilizza come mezzi per esternare con la malattia, con i sintomi, un malessere interiore.


Si è già parlato del passato e del futuro ma, grande importanza deve essere riservata al momento esatto in cui insorge il sintomo: in quale situazione di vita ci si trova, i pensieri, i desideri, le aspettative, ecc..


Ogni dettaglio è rilevante e concorre a creare quel “locus minoris resistentiae” di cui si parla in medicina, cioè quella regione anatomica dell'uomo che si indebolisce e attraverso la quale alcuni elementi chimici (agenti patogeni o anche elementi prodotti dall'uomo stesso), stimoli meccanici o fisici riescono a sviluppare la malattia.


Il sintomo inoltre, sia in senso reale che figurato, impedisce o costringe a modificare il proprio comportamento, proprio come vorrebbe quella parte nascosta della coscienza della persona malata.



Cosa accade se non si ascolta il sintomo


Se si rimane insensibili al significato reale del sintomo, è probabile che le tensioni, all'interno della coscienza, aumentino la loro intensità e di conseguenza aumenterà anche l'intensità del sintomo stesso.


Si può suddividere questa progressione ad esempio in questo modo:

  1. Pressione psichica (ad es. un pensiero, un desiderio, un “chiodo fisso”);
  2. Alterazioni funzionali (ad es. nella vista, nella digestione, sulla pelle);
  3. Disturbo fisico forte (ad es. piccoli incidenti, infiammazioni e in genere tutte quelle affezioni il cui nome termina con -ite);
  4. Disturbo cronico (ad es. tutte quelle affezioni il cui nome termina in -osi);
  5. Disturbo irreversibile (una o più strutture anatomiche sono seriamente compromesse e l'organismo non ha più la capacità sufficiente per ripristinarle da solo)
  6. Morte (per malattia o incidente grave)


La strada per la malattia viene aperta da un pensiero che si presenta nella psiche e al quale noi non diamo ascolto (a causa di regole, pregiudizi, passate esperienze).

Questo pensiero sarà quindi “nascosto” alla coscienza ma, sarà comunque insoddisfatto e presente. Si impedisce al corpo di soddisfare quel pensiero ponendo in essere una serie di comportamenti, cascate ormonali e funzioni alterate del proprio organismo per rendersi insensibili al pensiero stesso.


Se si cura solo il corpo, la malattia si ripresenterà (se necessario, anche in maniera mutata).

Per tornare sani, è di fondamentale importanza comprendere le dinamiche psichiche che danno l'avvio alle alterazioni fisiologiche.


Queste dinamiche sono diverse per ciascuna persona, perché sono il frutto di innumerevoli interazioni con l'ambiente.


In questo processo non esistono perciò dei protocolli (cioè un insieme di procedure identiche per tutti) attuabili con successo ma, piuttosto un metodo che sia in grado di interpretare le dinamiche uniche di ogni individuo.

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